Desidero aprire questa sezione con un sintetico excursus su Sigmund Freud (1894-1932), il padre della psicoanalisi, a cui pertanto si deve molto nel campo della psicologia.
La psicoanalisi è un modello terapeutico che, in generale, si occupa dell’analisi dei sogni, dei lapsus, degli atti mancati e dell’uso ed interpretazione delle libere associazioni sviluppate dai pazienti durante le sedute.
Nel sogno e nelle associazioni spontanee, infatti, la censura che impedisce l’accesso all’inconscio si allenta e gli elementi conflittuali rimossi possono essere man mano ricostruiti. Il sogno è caratterizzato da due livelli di contenuto: il contenuto manifesto (gli eventi “concreti” del sogno) e il contenuto latente (il significato inconscio, espressione di desideri rimossi, da attribuire al contenuto manifesto). L’analisi del contenuto manifesto del sogno può quindi farne comprendere il contenuto latente e, di conseguenza, migliorare la consapevolezza e la conoscenza di sé.
Freud elabora la I° Topica, che distingue tra Conscio, Preconscio, e Inconscio, soffermando la propria attenzione sul sistema conscio, che riceve sia le informazioni provenienti dal mondo esterno sia dal mondo interno all’individuo.
Successivamente, nel 1922, Freud elabora la II° topica distinguendo fra 3 istanze che compongono la personalità di ognuno di noi: Es, Io, e Super Io. L’Io rappresenta la coscienza, mediatrice, prodotta dall’Es e dal Super-Io, contrastanti tra loro. È governato dal principio di realtà e ha il compito di mediare tra le istanze vitali dell’Es (dominato dal principio del piacere), che mirano al soddisfacimento irrazionale ed istintivo delle pulsioni (e quindi del mondo interno all’individuo), in costante conflitto con le istanze del Super-Io, dettate dalle norme morali della società da cui derivano imperativi e proibizioni (comandi e inibizioni del mondo esterno all’individuo) indirizzate alla censura delle istanze dell’Es. L’Io, che detiene quindi una funzione mediatrice e al contempo inibitoria, è dotato anche dell’esame di realtà, che si attua attraverso l’osservazione del mondo mediante meccanismi come la percezione, la memoria, il pensiero, l’attenzione, che servono a discernere ciò che è oggettivo da ciò che invece è influenzato dai desideri dell’Es. Ne consegue che l’inconscio è rappresentato dall’Es, e per averne maggiore consapevolezza dev’essere esplorato dall’Io.
Dalla II° topica Freud ha elaborato una teoria sullo sviluppo psicosessuale e, conseguentemente, sullo sviluppo affettivo e della personalità, che porta infine alla costituzione dell’identità, per cui ogni persona passa attraverso 5 fasi psicosessuali: orale (0-2 anni), anale (2° anno), fallica – caratterizzata dal famoso Complesso di Edipo (3°-5° anno), fase di latenza (5°-11°anno), e infine genitale (adolescenza). Ognuna di esse comporta una crisi evolutiva: la sessualità infantile determinerà la sessualità adulta e, se ogni crisi viene superata, si otterrà infine un’identità sana ed equilibrata; se al contrario si verificherà una fissazione o regressione della libido ad una fase, si avrà un arresto della maturazione della personalità che comporterà specifiche problematiche di disequilibrio, ovvero psicopatologie (nevrosi).
Secondo Freud, una fase, una volta vissuta, non viene abbandonata del tutto ma integrata con le successive, andando così a formare la dimensione psichica globale della persona. Per questo motivo, quest’ultima può tornare indietro ad una fase precedente (regressione) in particolari situazioni di difficoltà.
Per il padre della psicoanalisi, quindi, tutto dipende principalmente dallo sviluppo psicosessuale in quanto considera i bisogni fisiologici come primari, mentre i bisogni di attaccamento come secondari: pertanto inizialmente considerava il conflitto (che genera angoscia e, in casi gravi, nevrosi) come causato da desideri erotici. Solo successivamente egli riconosce all’angoscia anche una base psicologica, ovvero la paura di perdere la figura di attaccamento.
Con la teoria freudiana delle pulsioni viene trattato anche il tema della motivazione: le pulsioni sessuali e aggressive determinano i comportamenti in base alle esperienze a cui queste pulsioni vanno incontro. Tali pulsioni fisiologiche generano una condizione di tensione percepita in modo sgradevole. La persona cerca quindi di ridurre tale tensione soddisfacendole attraverso un oggetto, al fine di evitare conseguenti stati di sofferenza, infelicità ed ansia. Tuttavia, quando ciò è di difficile attuazione, si rende necessario il ricorso alla sostituzione dell’oggetto attivando una serie di meccanismi di difesa inconsci.
Il meccanismo di difesa più noto è quello della Rimozione, che consiste nella dimenticanza parziale o totale di esperienze negative passate inerenti a desideri insoddisfatti e a conflitti irrisolti, al fine di proteggere la psiche e il relativo equilibrio che, in caso contrario, verrebbero seriamente compromessi. I ricordi di quelle esperienze non sono in realtà cancellati: vi è solo un blocco nel loro recupero mnemonico, e la psicoanalisi si ripromette di farli riemergere alla coscienza.
Il modello psicoanalitico è stato prezioso per la comprensione di disturbi psichiatrici gravi. Grazie ad esso è stata ulteriormente approfondita l’area della psicosomatica. Inoltre, ha contribuito allo sviluppo degli interventi per la coppia, per la famiglia, per i gruppi, concependo il paziente come soggetto attivo nella relazione terapeutica.