Le emozioni constano di ben 3 livelli, che interagiscono tra loro ma sono al contempo parzialmente indipendenti:
Fisiologico: modificazioni fisiche (alterazione della frequenza cardiaca, della pressione arteriosa, dell’irrorazione vascolare facciale, della sudorazione, o modificazione del ritmo respiratorio) connesse e indotte da modificazioni di tipo endocrino. Comportamentale: reazioni motorie come il comportamento di esitamento, di avvicinamento, di attacco o di fuga, oppure il cambiamento posturale e dell’espressione facciale (comunicazione non verbale). Psicologico: ciò che si prova coscientemente. Una persona estremamente emozionata riduce la sua capacità di controllo e di ragionamento logico e critico.
Gli studiosi che più hanno rivolto le proprie attenzioni all’intelligenza emotiva e alle relative competenze sono Goleman, Salovey e Mayer.
Salovey e Mayer definiscono l’intelligenza emotiva come l’“abilità che permette di percepire ed esprimere le nostre emozioni, accompagnando e assistendo il pensiero, rendendoci capaci di regolarle così da favorire il nostro sviluppo e la nostra crescita intellettiva ed emotiva”.
Tuttavia anche la storia insegna l’importanza delle emozioni: infatti, nei momenti decisionali più critici (come per esempio una situazione di pericolo, la scelta di sposarsi o di cambiare lavoro, un trasferimento), la sola razionalità non è sufficiente; inoltre, in taluni casi, non possiamo evitare di essere influenzati dall’aspetto emotivo che essi comportano, e pertanto l’emozione riveste un’importanza pari, se non maggiore, all’aspetto analitico-razionale. Basta pensare all’istinto di sopravvivenza di persone che, agendo appunto puramente d’istinto o di cuore, hanno salvato la propria vita o quella di altre non soffermandosi a pensare e ad analizzare ma passando direttamente all’azione. Le emozioni, fin dai tempi dell’uomo primitivo, sono state delle guide imprescindibili che hanno condotto allo sviluppo dell’evoluzione, divenendo parte di un bagaglio comportamentale innato della nostra specie.
Come precedentemente accennato, è di importanza cruciale saper gestire le emozioni poiché esse possono essere salvifiche ma anche, qualora diveniamo preda dell’impulsività o dell’eccesso di ansia, deleterie per noi e per gli altri in quanto provocano determinate reazioni di cui in seguito, a freddo, potremmo pentirci amaramente.
Le emozioni si possono suddividere in emozioni primarie (di base) ed emozioni secondarie (più complesse). Sono soprattutto le prime, ovvero quelle principali, importanti da saper riconoscere, gestire, controllare, dominare e direzionare.
Esse sono: la felicità, l’amore, la rabbia, la paura, la sorpresa, il disgusto, la tristezza.
Goleman effettua la distinzione tra Mente Razionale e Mente Emotiva, attribuendone pro e contro:
Mente Emotiva: Estremamente rapida.
Pro: Consente di agire subito x mettersi in salvo da una situazione di pericolo.
Contro: Risposta imprecisa, si basa sulle primissime impressioni.
Mente Razionale: È più lenta
Pro: Può controllare il corso delle reazioni emotive.
Contro: È più tortuosa e macchinosa.
Quando l’interconnessione tra queste due istanze è armoniosa ed equilibrata si ottiene il risultato ideale in termini di benessere interiore e di scelte compiute. Quando, al contrario, essa è disfunzionale, una ostacola l’altra portando al soggetto confusione, incertezza, emozioni negative e, nei casi più seri, forti disagi e disturbi psicologici (come, ad esempio, disturbi d’ansia e disturbi dell’umore, alcune forme di schizofrenia, alexitimia – ovvero l’incapacità di verbalizzare le proprie emozioni) con compromissione di una o più sfere di vita della persona. È infatti ormai accertato, come diversi studi hanno ampiamente dimostrato, che vi è una stretta correlazione tra la mente emotiva e il sistema immunitario: vi sono quindi emozioni positive che mantengono e migliorano lo stato di salute, al contrario di emozioni negative che lo indeboliscono e conseguentemente fanno ammalare l’individuo. Una malattia fisica può infatti essere controbilanciata da uno stato mentale positivo, così come problemi emotivi possono provocare o aggravare un malessere fisico (un esempio su tutti è quello degli ormai noti disturbi psicosomatici): la rabbia può causare problemi cardiaci; l’ansia costante accelera il diabete, la propagazione dei tumori, gli attacchi d’asma, ulcerazione del tratto gastrointestinale, infarti, problemi cognitivi di memoria; la depressione aggrava molteplici patologie, accelerandone il decorso.
Ne consegue che il benessere fisico dipende, anche, dal benessere emotivo.
Come Goleman sostiene, l’intelligenza emotiva è migliorabile in quanto può essere appresa e sviluppata nel corso del tempo, portando così a comportamenti e reazioni emotivamente intelligenti, adattive, funzionali, costruttive, sia per se stessi che nei confronti delle persone che ci circondano.
Gli aspetti che, con un appropriato percorso di Sostegno Sociale e di Sostegno Psicologico, si possono affinare in tal senso, sono: l’autoconsapevolezza delle proprie emozioni, il loro controllo e la loro gestione, nonché il riconoscimento delle emozioni degli altri.
Da questi aspetti consegue una sana gestione delle relazioni, un benessere psicologico ed emotivo della persona, che comporta (e deriva da) scelte di vita “giuste” in quanto in sintonia con entrambe le tipologie di mente, nonché un miglioramento delle proprie condizioni di salute sia fisica che psicologica.